F.I.R.

La F.I.R. C.B. nasce a febbraio del 1971, dopo una numerosa serie di perquisizioni e di sequestri agli utilizzatori degli apparati C.B., la F.I.R.-C.B. riunì, per prima, sin dall’inizio, a livello nazionale i “pirati dell’etere”, cioè le molte centinaia di migliaia di persone che usano parlare e discutere fra loro, via radio, con apparati di debole potenza. Vessati in ogni modo dalle autorità e spesso trattati alla stregua di delinquenti comuni, questi appassionati hanno fatto della C.B. libera la bandiera di un movimento che cerca di far diventare sempre più ogni cittadino da oggetto a soggetto d’informazione impegnato in una forma di solidarietà umana, di amicizia che ha posto la C.B. di fronte all’opinione pubblica come importante fenomeno, per la sua funzione civica, umana e sociale.
La F.I.R.-C.B. promosse, appena formata, la presentazione al Parlamento di una legge che liberalizzasse la “Banda del Cittadino”, legge che fu illustrata al Convegno Nazionale al Palazzo dei Congressi di Firenze nell’Autunno del 1971. Seguirono numerosi dibattiti ed iniziative.
Nella primavera del 1972, a seguito di 33 perquisizioni contemporanee a Milano, si organizzò per l’autunno la Trasmissione Radio Abusiva ad opera di Parlamentari che rinunciavano all’immunità parlamentare; ciò avveniva in occasione della I° Giornata Nazionale per la C.B. Libera: una settimana dopo si organizzò la prima manifestazione di piazza a Roma. Dal Colosseo circa 3.000 persone sfilarono per i Fori Imperiali e confluirono al Cinema Quirinale. Un treno speciale, solo di C.B., aveva raggiunto Roma; decine e decine di pullman avevano fatto altrettanto.
Lo stesso giorno della manifestazione il Consiglio dei Ministri approvò un disegno di legge per liberalizzare la C.B. Riprese il lento iter parlamentare ed il disegno di legge si fuse alle altre proposte di legge, nella X° Commissione Parlamentare, Trasporti e Telecomunicazioni: stava svolgendosi il normale iter quando il Ministro P.T. Ori. Gioia, introdusse nel Nuovo Codice Postale nei marzo del 1973, anche alcuni articoli che riguardavano la C.B.: un articolo transitorio dei Nuovo Codice Postale consentiva alla C.B. di esistere per un anno, sia pure in modo precario. Il 22 ottobre 1973 la F.I.R.-C.B. organizzò la Il° Giornata Nazionale per la C.B. libera, ove si misero a punto le richieste inoltrate poi al Ministero per il Decreto Ministeriale che doveva essere emesso entro il 3 maggio 1974, pena la decadenza dell’articolo transitorio e la ricaduta nella completa illegalità della C.B. Poiché nessuna seria garanzia fu data circa i contenuti del Decreto, in merito al numero dei canali, al canone annuo, ma soprattutto alla possibilità di usare i normali nostri apparati, non walkie-talkie e gli usuali 5 Watt, la F.I.R.-C.B. ha indetto, fin da qualche mese prima, una seconda manifestazione nazionale di piazza a Roma, al Colosseo.
Il Decreto, Ministeriale era un capolavoro di ipocrisia, colmo fra l’altro di svarioni tecnici. Il Ministro Togni, in polemica con la Federazione, lo emise quattro giorni prima della Manifestazione, ma cercò di tenerlo segreto nella sua forma ufficiale fin dopo la manifestazione. Il decreto rappresentava un tentativo scaltro di sopprimere lentamente un fenomeno che non si poteva stroncare: la legge concedeva l’uso di solo mezzo watt, ma ” in deroga alla legge – (sic!) potevano usare i 5 W fino e non oltre il 31 dicembre 1977 coloro che avessero fatto domanda di concessione entro il 30 settembre 1974; si tentò subito di impedire l’uso di stazioni fisse, consentendo solo quelle portatili, si diedero delle prescrizioni tecniche tali per cui di fatto nessun apparato in commercio ed in uso poteva essere ritenuto idoneo.
Nonostante il tentativo del Ministro Togni di spezzare l’unità dei C.B., giocando in termini equivoci sui contenuti del proprio Decreto Ministeriale, nonostante l’atteggiamento compiacente di qualche piccolo gruppo più facilmente condizionabile in termini politici dal Ministero, che ha cercato di boicottare l’iniziativa diffondendo notizie false alla stampa, Sabato 27 aprile oltre 3.500 persone hanno percorso in un imponente corteo le vie di Roma. Questa manifestazione da un lato ha impedito che il Ministero “dimenticasse” come era in un primo tempo espressamente sua intenzione fare, la scadenza del 3 maggio 1974, dall’altro ha consentito di reagire con fermezza al tentativo di soffocare gradualmente la C.B., ha rigettato ogni equivoco circa l’uso degli apparati solo portatili, ha denunciato all’opinione pubblica l’assurdità di una legge che nelle pastoie tecniche cercava di imbavagliare di fatto i C.B.
Incalzato dalla Federazione il Ministero ha cominciato il carosello delle circolari a chiarimento delle circolari a chiarimento (n.d.r. non è una ripetizione). Mentre tutto ciò avveniva, numerose vertenze giudiziarie a carico di numerosi C.B., in gran parte della Federazione, giungevano finalmente all’esame della Corte Costituzionale, in quanto, secondo le indicazioni della Federazione, in sede di dibattimento si invitavano i C.B. colpiti a far sollevare questione di illegittimità costituzionale: questione di illegittimità costituzionale più volte accolta dai magistrati come non manifestamente infondata con la conseguente trasmissione degli atti alla suprema corte.
Il 9 luglio 1974 la Corte Costituzionale con la Sentenza n. 225 dichiara incostituzionali gli articoli del nuovo codice postale che consentivano di perseguire i C.B.: il 183 ed il 195. Era obbligatoria la sola denuncia all’autorità di pubblica sicurezza ed al Ministero delle P.T.T.
Il Congresso Nazionale della F.I.R.-C.B. a Rimini al Teatro Novelli (11-12-13 ottobre 1974) con circa 300 delegati e con oltre mille presenze indica unanimemente, in quanto sancite dalla Corte Costituzionale, in termini di principio, le linee di comportamento di ciascun C.B. Il Ministero che prima fingeva di ignorare la sentenza della Corte Costituzionale, vede volgere al fallimento il proprio disegno di soffocare gradualmente la C.B.: per la Corte Costituzionale la concessione non è più necessaria, altro che non consentire più l’uso dei 5 Watt a coloro che avessero chiesto la concessione dopo il 30 settembre 1974.
Una settimana dopo il Congresso di Rimini il Ministro Togni, non richiesto, emette un secondo decreto, che per parare in qualche modo una situazione ormai divenuta insostenibile proroga al 31 dicembre la possibilità di ottenere la concessione per l’uso dei 5 Watt, beninteso fino a non oltre il 31 dicembre 1977, data alla quale tutti quanti per legge dovremmo usare mezzo Watt. Il Ministero nega l’evidenza: nega che la sentenza 225 riguardi procedimenti a carico di C.B. e nega che la C.B. sia una forma di radiodiffusione circolare.
L’8 dicembre 1974 la Federazione indice la III Giornata Nazionale per la C.B. libera: mentre hanno luogo un po’ dappertutto in Italia manifestazioni e dibattiti, uno stesso nastro alla stessa ora è diffuso in tutto il Paese ed introduce con il parere di un magistrato un dibattito in frequenza sulla sentenza n. 225 della Corte Costituzionale.
Non tarda molto che ovunque nel paese le sentenze della magistratura ordinaria travolgono la posizione del Ministero: tutti i C.B. sotto processo vengono assolti grazie alla sentenza della Corte Costituzionale e il dispositivo della sentenza considera espressamente la C.B. una forma di radiodiffusione circolare e sempre ritiene che la Sentenza n. 225 si debba applicare alla C.B. Celebre la Sentenza del Pretore di Milano, Dott. Pescarzoli del 5 marzo 1975. Non a caso, forse, pochi giorni dopo questa sentenza ed esattamente il 10 marzo il Ministro Togni emette un nuovo decreto di ulteriore proroga della ” deroga , alla legge, cioè è possibile far domanda di concessione sino al 31 dicembre 1975 per l’uso di apparati a fini C.B. da 5 Watt: resta fermo “ovviamente” , il fatto che il 31 dicembre 1977 tutti quanti dovremmo usare solo il mezzo Watt.
A complicare una situazione che ormai sembrava chiarirsi definitivamente a favore dei C.B., si è frapposto sin dal dicembre 1974 il Decreto di Riforma della R.A.I. – T.V. che fin dal suo apparire è stato chiaro in una sua interpretazione particolarmente restrittiva che avrebbe potuto danneggiare enormemente la C.B.; riscrive in sostanza gli stessi articoli dichiarati incostituzionali dalla sentenza n. 225 della Corte Costituzionale aumentando particolarmente le pene.
La Federazione ha richiesto che venisse aggiunto un articolo che espressamente precisasse che quella legge – ovviamente – non riguardava la C.B. Non è stato possibile ottenere l’emendamento voluto, a causa del particolare iter parlamentare che questa legge ha seguito pur avendo ottenuto assicurazioni da esponenti della commissione parlamentare ristretta che prepararono questa legge che non si sarebbe certo potuta applicare alla C.B., ma solo alla radio diffusione circolare di programmi.
Sono i giorni nostri (1975 n.d.r.) e su questi argomenti è in atto un carteggio con il Ministero.
Quale è oggi (1975 n.d.r.) la strategia, quali sono oggi gli obiettivi che si pone la Federazione?
Le assicurazioni date dal Ministro, Sen. Orlando, in pubbliche riunioni circa l’intendimento di prorogare oltre il 31-12-1975 la possibilità di domandare ed ottenere la concessione C.B. ci fanno ben sperare per il breve periodo.
L’obiettivo principale che ci poniamo a medio termine è quello di consentire alla C.B. di sopravvivere anche dopo il 31 dicembre 1977, data alla quale scade la deroga alla legge che oggi ci consente di esistere. Dopo questa data la legge ci imporrebbe di usare solo mezzo Watt ed una serie di altre gravi limitazioni tecniche. La Federazione ha sostenuto e sostiene in linea di principio, la validità per la C.B. della sentenza n. 225 della Corte Costituzionale; la magistratura si è pronunciata per ora sempre a favore di questa interpretazione, anche se il Ministero si pone, in merito, almeno per ora, su una posizione negativa.
Se non sarà possibile entro il 31 dicembre 1977 far passare una nuova legge, la validità della sentenza n. 225 è l’unica arma legale che ci permetterà ancora di esistere usando i nostri abituali apparati. Per questo motivo cerchiamo di mantenere questa porta aperta e cioè per assicurarci – in ogni caso ” l’esistenza anche dopo il 31-12-1977. Dobbiamo contemporaneamente tentare di far passare una legge che regolamenti in modo positivo ed organico tutta la nostra materia. è anche importantissimo mantenere una buona immagine della C.B. agli occhi dell’opinione pubblica. All’avvicinarsi del 31-12-1977 sarà quasi certamente necessario un nuovo ulteriore sforzo di tutti i C.B. e di tutti i Circoli. Sarebbe impossibile per chiunque mettere fuori legge la C.B., se questa si presentasse con una struttura di oltre mille delegati che può rappresentare più di un milione di cittadini. A questo proposito si sta pensando di fare – se si avranno i mezzi necessari – un Congresso Nazionale ed un Raduno a Roma all’E.U.R. – Palazzo dei Congressi.
A lungo termine, l’obiettivo della Federazione è quello di dar diritto di cittadinanza alla C.B. in Europa, al prossimo rinnovo della Convenzione di Ginevra nel 1979. I lavori di preparazione di questo rinnovo cominceranno molto tempo prima; la proposta elaborata a Basilea, dai C.B. di tutta Europa arriverà appoggiata da molte centinaia di migliaia di firme al Parlamento Europeo ed a Ginevra già nel 1976.
La liberalizzazione definitiva della C.B. passa – è inutile nascondercelo – attraverso la regolamentazione internazionale delle Telecomunicazioni.
La Federazione si muove su queste direttive strategiche e su di esse tutti i Circoli sono invitati a dare un loro contributo critico ed un appoggio concreto organizzativo, anche economico, necessario per le attività e per gli obiettivi ambiziosi che la Federazione si pone, almeno non tardando a far pervenire le quote associative.
Mentre ci si pone questi obiettivi non si deve evidentemente dimenticare di coordinare gli sforzi a livello locale e regionale per dare alla Federazione una struttura sempre più organica, struttura che sola può consentire ai C.B. di avere voce in capitolo nel determinare la propria sopravvivenza.
La sentenza 1030/88 della Corte Costituzionale, e ulteriori disposizioni legislative, hanno svuotato il contenuto di queste “regolamentazioni”, ma il fantomatico art.334 viene ancora applicato con alcune variazione non previste da alcuna legge.

Oggi la F.I.R. C.B.

In questi anni la F.I.R. C.B. “Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Band” riunisce circa 350 Organizzazioni radiantistiche, per un totale di oltre 6.000 iscritti.
E’ presente su tutto il territorio italiano con le proprie Organizzazioni federate di appassionati radiodilettanti C.B. e di volontari di Protezione Civile.
Le Organizzazioni federate aderenti mantengono un’ampia autonomia amministrativa locale.
Un’emanazione della F.I.R.-C.B., é il S.E.R. Servizio Emergenza Radio, una struttura voluta dalla Federazione e da essa completamente organizzata e controllata.
Il S.E.R. è un’unità volontaria di Protezione Civile, preposta alle comunicazioni di emergenza in caso di calamità censita dal Dipartimento della Protezione Civile.
Il logo S.E.R. è stato depositato e registrato dalla Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Banda presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione, Direzione generale lotta alla contraffazione, Ufficio italiano brevetti e marchi.

Enrico Campagnoli
(in frequenza Italia 7)

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