Velivoli a pilotaggio remoto

I “velivoli a pilotaggio remoto”, chiamati anche volgarmente droni, hanno scalato a grandi passi i gradini della lista della spesa delle associazioni di volontariato in Protezione Civile. La possibilità di controllare dall’alto un territorio in modo capillare senza ricorre a mezzi costosi, come gli aeromobili tradizionali, li rende vincenti in vari campi del soccorso, previsione e prevenzione. Molte associazioni federate si sono quindi dotate di questa tecnologia od hanno in programma l’acquisizione tramite finanziamenti o fondi propri
Questi mezzi, il cui basso costo ne sta favorendo la diffusione anche in campo hobbistico, non sono però esenti da difetti, non ultimo quello della sicurezza. Proprio per normare questo stato di fatto, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, in sigla ENAC, ha pubblicato lo scorso 16 dicembre 2013, il Regolamento dei “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”. Questa normativa entrerà in vigore il prossimo 30 aprile.
Si una differenziazione fra i droni che superano i 150 kg di peso, quelli fino a 25 e tutta la proposta inferiore a questa soglia. Il regolamento differenzia anche l’uso fra hobbistico e specializzato, divisi a sua volta fra critico e non critico. Purtroppo sotto il termine “non critico” ricade il sorvolo della maggior parte delle infrastrutture con un interesse di difesa e Protezione Civile. Dovrebbe essere quindi prevista non solo una auto certificato, come nel primo caso, ma un vero e proprio corso professionalizzante per gli operatori.
L’ENAC prevede anche l’introduzione di una assicurazione obbligatoria per questi velivoli per la responsabilità civile verso terzi. Purtroppo il mercato assicurativo al momento non ha ancora risposto a questa nuova richiesta offrendo delle coperture ad hoc.
Per chi volesse approfondire il regolamento ENAC eccone di seguito il testo
http://www.enac.gov.it/repository/ContentManagement/information/N12

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